Primo tentativo semi open-world a cura di 4A Games per il terzo capitolo della serie "Metro" tratta dall'omonima collana di libri, Metro Exodus non delude completamente le aspettative, sebbene il gioco risultante abbia i suoi alti e bassi.
Per la prima volta nella serie, abbandoneremo i cunicoli claustrofobici della metro da cui il titolo per avventurarci in varie zone di un mondo apocalittico ormai dominato da mutanti di ogni genere, oltre che i classici banditi e altre fazioni umane più o meno ostili.
La trama si svolge nell'arco di un anno circa, ed ogni "fermata" del treno corrisponderà ad una stagione e mappa diversa, con qualche intermezzo. Questo, tuttavia, causa non pochi problemi al ritmo della narrazione, poiché nelle vicende si avranno balzi temporali di mesi e spesso si avrà la sensazione che qualcosa sia avvenuto troppo in fretta o troppo lentamente.
Inoltre, le mappe danno la sensazione d'essere stranamente vuote, anche per un'ambientazione post-nucleare, e ognuna di esse non riesce ad essere sfruttata al meglio, forse proprio perché è il primo tentativo di 4A Games nel realizzare un open-world. Affascinanti si, ma ci sono "muri di trama" invisibili e sparsi un po' ovunque che vanificano parte dell'esplorazione e molto di quello che succede è "scriptato", ovvero accade per qualche motivo specifico e non casualmente (quindi succederà una volta e mai più).
Il lato positivo a tutto questo, però, è che la vicenda reagisce in maniera molto naturale alle nostre scelte in gioco, con conseguenze più o meno gravi sia nell'immediato, che a lungo termine, fino ad influenzare il finale pesantemente.
Nulla ci vieterà di compiere stragi indiscriminate e uccidere a priori tutto e tutti, così come un approccio più ragionato e attento avrà conseguenze completamente diverse.
Il tutto è narrato da una visuale in prima persona utilizzata sapientemente e squisitamente anche nelle cutscene, permettendoci d'immergerci completamente negli eventi rimanendo protagonisti assoluti e consentendoci di legare profondamente con Anna, moglie del protagonista, e tutti gli altri personaggi.
I personaggi: fin troppa attenzione è stata dedicata al loro sviluppo, alla cura per i loro dettagli, e il risultato c'è: quello in cui pecca la trama per quanto riguarda il ritmo è ampiamente compensato da tutti i momenti passati, a bordo dell'Aurora (il treno su cui viaggeremo) o meno, insieme a loro. Dall'inizio alla fine. Fermarsi ad ascoltare quello che hanno da dire e il modo in cui reagiscono logicamente agli eventi e alle azioni del protagonista, regala una bellissima sensazione di appagamento e appartenenza, che culmina nel finale di un esodo a dir poco folle.
Ci si ritroverà ben presto a voler continuare a giocare "per loro", piuttosto che per il puro gusto di farlo. Ed è stupendo.
Piccola parentesi sul finale priva di spolier: personalmente non l'ho trovato soddisfacente in termini di corposità, ma riesce comunque a concludere definitivamente le vicende di Artyom, in quale degli innumerevoli modi starà a voi deciderlo e a come giocherete Exodus.
In termini di gameplay, l'aspetto survival è pienamente riuscito: bisognerà tenere d'occhio risorse, munizioni, filtri per l'aria e condizioni delle armi e della maschera (che deteriorano con l'uso e l'esposizione a determinati agenti atmosferici o attacchi nemici), ci sarà il ciclo giorno-notte che influenzerà quali avversari sarà più facile incontrare (di giorno, molti dei mutanti si ritirano nelle tane, mentre gli umani pattugliano gli avamposti, di notte avviene il contrario) ed ogni "mappa" avrà le sue sfide uniche.
Armi ed equipaggiamenti sono animati divinamente, mostrando ancora una volta il sapiente utilizzo della visuale in prima persona e l'attenzione ai dettagli di cui è capace 4A Games.
Per quanto riguarda la longevità, stiamo sulle 30-35 ore se si seguono tutti i dialoghi, si esplorano per bene le mappe e ci si prende il proprio tempo a ragionare un minimo sul da farsi. Sia ben chiaro: l'approccio "corri e spara" potrebbe risultare in una longevità minore, ma come affrontare le situazioni è lasciato totalmente al giocatore (una libertà del genere non si vedeva realmente dai tempi del primo Crysis nel lontano 2007).
Ultima nota a parte riguarda gli innumerevoli difetti sparsi qua e la per le mappe e l'apparente incapacità del motore di gioco di renderizzare tutte le scene come si deve (segno di una mancata fase approfondita di Controllo Qualità): capiterà di trovare innumerevoli oggetti sospesi nel vuoto, buchi nella mappa, texture che non si caricano in alta definizione e cali prestazionali anche molto pesanti apparentemente senza motivo.
Preso al giusto prezzo e giocato col presupposto di vivere in prima persona "un'esperienza", è un titolo che può regalare un weekend pieno d'emozioni.
-
La storia reagisce alle scelte del giocatore
-
Armi ed equipaggiamenti animati e realizzati divinamente
-
Utilizzo eccelso e tecnicamente perfetto della visuale in prima persona per la narrazione
-
Anna, i compagni d'arme ed i momenti passati con loro
-
Aree open-world uniche ed ottimamente caratterizzate
-
Trama dal ritmo altalenante, che impenna nelle fasi iniziali e finali
-
Motore di gioco non privo di difetti tecnici
-
Tutto il gioco necessita di un Controllo Qualità approfondito
-
Mappe piene di muri di trama invisibili e segmenti scriptati
-
Solo versione PC: un anno di esclusiva EGS "a sorpresa"